In due righe
In questo articolo, analizzo l'uso delle persone del verbo (io, noi, voi, impersonale) nel discorso di fine anno del Presidente Napolitano, e in un articoletto di Pierferdinando Casini. Il quale inciampa continuamente e ottiene il contrario di quello che si propone. Quanto al Presidente: chapeau.
Premessina tecnica
La linguistica definisce deittici quegli elementi del
discorso che servono a precisare la relazione tra chi parla e il tempo, lo
spazio, chi ascolta ecc. Funzione deittica hanno dunque le persone che il verbo
assume: io, tu, lui/lei, noi, voi, loro e impersonale.
Il discorso del Presidente Napolitano
Il Presidente utilizza la prima persona singolare quando
parla come Presidente della Repubblica (per esempio quando ringrazia i
cittadini per i loro messaggi) e quando parla a titolo personale (quando
rievoca la sua attività politica). In questi casi, si rivolge agli ascoltatori
utilizzando il voi. Io-voi.
Il Presidente utilizza la prima persona plurale quando parla
da italiano, cioè quando non frappone nessun distanza tra sé e gli altri
cittadini. Ciò avviene in due circostanze: quando parla dei problemi che
dobbiamo risolvere in Italia, e quando parla del ruolo che l'Italia deve
giocare in Europa e nel mondo. Noi inclusivo.
Il Presidente utilizza l'impersonale quando indica le strade
che devono essere percorse per risolvere i nostri problemi (si agisca, si deve
stare attenti, occorre, bisogna).
Queste scelte rappresentano in modo perfettamente coerente
il triplice ruolo del Presidente della Repubblica, il quale:
·
non è un semplice cittadino (io-voi);
·
è al di sopra della politica e non può fare
politica (impersonale);
·
è un italiano (noi inclusivo).
Il pasticcio di Casini
Pur senza entrare nel merito del discorso di Napolitano, esso si conclude con un appello alla coesione, quale premessa indispensabile al rilancio del nostro paese. Questo appello è piaciuto a molti, e dispiaciuto ad altri.
Pur senza entrare nel merito del discorso di Napolitano, esso si conclude con un appello alla coesione, quale premessa indispensabile al rilancio del nostro paese. Questo appello è piaciuto a molti, e dispiaciuto ad altri.
Tra i tanti, vorrei considerare un intervento di Pierferdinando Casini,
cioè di uno dei non moltissimi capi politici italiani che, Silvio consule e
soprattutto Mario consule, afferma, in modo coerente, il proprio appoggio senza
se e senza ma al governo Monti e, più in generale, a una fase di transizione di
unità nazionale.
Sul blog dell'onorevole Casini, appare oggi l'articolo Il destino è tornato nelle nostre mani. Buonanno a tutti!.Siccome è breve, lo cito tutto.
Il
messaggio del Presidente della Repubblica Napolitano deve confortare tutti gli
italiani: la situazione è difficile ma siamo in buone mani. Vorrei ringraziare
tutti gli iscritti e simpatizzanti dell’UDC e del Terzo Polo: avete capito il
nostro lavoro, come dimostra il sondaggio pubblicato ieri da ‘La Repubblica’
che evidenzia come il massimo gradimento a Monti venga proprio dagli elettori
UDC.
Gli italiani stanno facendo forti sacrifici, ne siamo consapevoli. Nessuno ha la bacchetta magica o può fare miracoli, ma la musica è cambiata: alla demagogia e al populismo si è sostituita la serietà e l’impegno. Le scelte impopolari che il Governo Monti ha fatto sono parte di un percorso condiviso volto a recuperare la credibilità perduta del nostro Paese nel mondo.
Da anni diciamo che solo uno sforzo condiviso tra i partiti più responsabili può salvarci, finalmente siamo stati ascoltati. Oggi il destino è tornato nelle nostre mani e la politica ha un’occasione irripetibile per riconquistare la fiducia della gente.
Buon anno a tutti!
Gli italiani stanno facendo forti sacrifici, ne siamo consapevoli. Nessuno ha la bacchetta magica o può fare miracoli, ma la musica è cambiata: alla demagogia e al populismo si è sostituita la serietà e l’impegno. Le scelte impopolari che il Governo Monti ha fatto sono parte di un percorso condiviso volto a recuperare la credibilità perduta del nostro Paese nel mondo.
Da anni diciamo che solo uno sforzo condiviso tra i partiti più responsabili può salvarci, finalmente siamo stati ascoltati. Oggi il destino è tornato nelle nostre mani e la politica ha un’occasione irripetibile per riconquistare la fiducia della gente.
Buon anno a tutti!
Pier Ferdinando
Ai buoni intenditori giunti fin qui, basteranno poche
parole.
Inizialmente, Casini si riferisce agli italiani alla terza
persona. Dice "deve confortare tutti gli italiani". Poteva dire, per
esempio: "deve confortarci tutti noi italiani". Ma va benissimo, per
carità.
Però, subito dopo aggiunge: "siamo in buone mani".
Non vi è dubbio che se avesse scritto "gli italiani sono in buone
mani" sarebbe stato meglio, dal punto di vista della coerenza. Ma va
ancora, abbastanza, bene.
Ciò che non va più bene è che poi prosegue ringraziando gli
iscritti al suo partito. A questo punto, il primo dubbio: solo gli iscritti
sono in buone mani?
Ma andando avanti, Casini scrive che gli italiani
"stanno facendo" sacrifici, e commenta: "ne siamo
consapevoli". Qui, in questo 'loro' versus 'noi esclusivo' i dubbi che ho
sollevato prima trovano conferma. A distanza di poche righe, trovare un noi
prima inclusivo e poi esclusivo palesa incoerenza, più propriamente ambiguità, e
rende legittimo il sospetto di ipocrisia.
Addentriamoci: "Da anni diciamo" (noi inclusivo
degli iscritti, esclusivo degli altri), "siamo stati ascoltati" (solo
noi dell'UDC, e mi viene in mente Vasco Rossi).
A questo punto, il gran finale: "il destino è tornato
nelle nostre mani". Le mani di chi? Le mani del sacrestano, direbbe Enzo
Jannacci.
Onorevole Casini, lei può anche condurre una politica
coerente e poi spolmonarsi a sostenerne la coerenza. Ma se lo fa in questo
modo, lei autorizza chiunque a darle dell'ipocrita. Quanto conti la
comunicazione nell'attività politica, me lo dica lei. A me pare anche troppo, a
giudicare dalla qualità. Non vorrà mica dar ragione a Lenin (proprio lei!), che diceva: "Meglio meno ma meglio".