mercoledì 4 gennaio 2012

Nemmeno il buon senso

Come fa uno a accorgersi del momento fatale in cui l'istrumento, stato buono fino allora diventa cattivo, e senza però essere punto cambiato? Ha cavata una conseguenza, poi un'altra, poi un'altra, per la sola ragione che venivano legittimamente dal principio; come fa, dico, a distinguer quelle ultime, che non ne deve cavare, a rischio niente meno che di cader nell'assurdo, quantunque ne vengano legittimamente, nè più nè meno dell'altre? C'è il buon senso, dicono: quello vi avverte quando dobbiate fermarvi, per non dare nell'eccesso.
Ma ricorrere al buon senso, per farsi aiutare in un'operazione di questa sorte, non mi pare un buon consiglio da darsi a un amico. Ho paura che il buon senso, il quale è modesto, ma è insieme schizzinoso, andrebbe in collera, come un medico chiamato al letto d'uno che sia agli estremi, per aver fatti degli spropositi, e poi essersi curato spropositatamente da sè, e direbbe: Ora mi chiamate? Ora vi viene in mente che ci sono? Quando s'è trattato di stabilire o d'ammettere il principio, non avete pensato a me, come se fosse una cosa nella quale io non ci avessi a fare nè punto nè poco. Chiamato allora, v'avrei avvertito d'aprir gli occhi prima di stabilire, o d'ammettere quel principio; v'avrei fatto badare che gli veniva attribuito il dominio sopra una generalità più vasta di quella che sia assegnata dalla verità; che si doveva circoscriverlo in più ristretti confini o, per dir meglio, prenderne un altro. Sarebbe forse stato un avvertimento straordinario, superiore alla mia previdenza, e che non poteste aspettarvi da me? Questi non ve n'ho dati di simili, e gli avete ascoltati? Sarebbe forse perché allora tornava comodo al vostro assunto? Sia come si sia, quante volte, assistito da me, non avete rifiutati de' principi, cioè de' pretesi principi, al solo sentirli proporre, perchè vi siete accorto subito, che, comprendendo essi più del dovere, dovevano necessariamente condurre a delle conseguenze spropositate! (A. Manzoni)