mercoledì 6 marzo 2013

Giannino, Crosetto e il complesso della laurea

La notizia delle false lauree di Oscar Giannino e di Guido Crosetto sta producendo anche una specie di moto di rivalsa dei non laureati.
I non laureati portano a esempio di bravura anche i casi di tanti celebri non laureati, come Croce, Moravia ecc ecc., qua è là deridono la laurea, sostengono che non bisogna privilegiare i laureati per le posizioni di vertice e così via. Ricordo, ma solo di sfuggita, il sarcasmo con il quale il governo Monti è stato definito "il governo dei professori", e ricordo che il governo Monti è solo l'ultimo di una lunghissima serie di governi popolati se non guidati da professori universitari (Spadolini, Cossiga, Moro, Prodi, Amato ecc. ecc.).

La tesi, più o meno esplicita, è che la laurea non è necessaria per avere delle qualità e che la laurea non garantisce affatto della qualità del laureato. Tesi corretta (preciso che sono laureato).

Se la tesi è corretta, il moto di rivalsa mi intristisce, perché pone due, questioni collegate: a) che la laurea viene percepita di basso livello; b) che la laurea incute soggezione. Sicché chi non ce l'ha si sente discriminato e nello stesso tempo legittimato a disprezzare ciò che non ha. In altri termini: il non laureato è in soggezione di una schifezza.

A guardar bene, ci sono due tristezze: essere in soggezione, e la schifezza. A tenere insieme le due tristezze è quella vecchia etichetta del 'pezzo di carta': una schifezza senza valore sostanziale, ma legale sì. Di questa vecchia etichetta, mi preoccupano due cose: che sia vecchia e che chi dovrebbe contrastarla (in primis l'università) non la contrasta (o la contrasta senza molto successo).

A mio parere ci meritiamo:
* di vivere in un paese dove chiunque possa essere valutato in base a quello che sa e che sa fare, e non in base a un titolo di studio;
* di vivere in paese dove il titolo di studio non discrimini sulla dignità e sulla credibilità;
* di vivere in un paese dove l'ambizione a migliorare la propria posizione sociale non coincida più con l'antico mito dell'emancipazione dall'analfabetismo;
* di studiare in una università aperta al merito degli studenti (borse di studio vere) e dei docenti (liberalizzazione della carriera)

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