mercoledì 3 ottobre 2012

siopero, siori, siopero

"No, padre, non sempre, non tutti i venerdì".

"Figliolo, non la va mica bene così".
"Però, padre, a volte, lo faccio il martedì".
"Per questa volta, veh, ma bisognerà pure che te la metti la testa sul collo. Va', sparisci, che c'ho la fila" .

Il venerdì di magro, pesce e non carne, l'è frutto di una concertasione alla quale le lobby dei pesci non hanno partecipato, oppure hanno fatto siena muta. Ma poi, come l'è come no l'è, anche per la vacca vacche magre, e via di fiorentine, altro che buone cose di pesimo gusto.

Il  venerdì di magro, non tutti i venerdì, e ieri il martedì, tocca, oltre alla dieta, a chi non è disoccupato o a chi per andare al lavoro deve prendere un mezzo pubblico.

Infatti, chissà perché il venerdì è il giorno preferito per gli scioperi del trasporto pubblico. Ci sarà un perché, ma non è importante, perché se il giorno fosse un altro, il discorso non cambierebbe di molto. Quel che è importante è, come dice anche Dario Di Vico sul Corriere, che questi scioperi hanno l'effetto o il controeffetto di mettere in difficoltà anche e soprattutto altri lavoratori e in generale tutti i cittadini (oggi si sono viste scene davvero tristi).

Il risultato è che la solidarietà verso chi sciopera e il rispetto del concetto del diritto a scioperare diminuiscono proprio tra coloro che chi sciopera intende sensibilizzare e mobilitare in suo supporto. I cittadini, infatti, non sono così sciocchi da non sapere che la gran parte delle aziende di trasporti sono almeno in parte pubbliche. E dunque i cittadini sanno che il danno che esse ricevono dallo sciopero ricade nuovamente su di loro.

Dunque, difficoltà nella gestione della vita quotidiana e sfiducia nell'efficacia di questo strumento di protesta non fanno bene a chi sciopera. Mi pare strano che i lavoratori e soprattutto le loro organizzazioni sindacali non ci abbiano mai pensato. O forse ci hanno pensato. Seguiamo l'ipotesi che ci abbiano pensato.

Forse che chi perde una giornata di lavoro o deve fare salti mortali per portare a scuola i figli o prendere un permesso per poter rientrare a casa viene considerato un potenziale iscritto al sindacato? Forse che l'esempio sfortunato dei lavoratori dei trasporti sia considerato un memento per tutti gli altri, come se già non avessero i loro problemi di lavoro?

Le battaglie prima o poi finiscono, con qualche risultato, buono o cattivo. Ma questa battaglia dura da cinque anni, da tanto infatti il contratto di questi lavoratori non viene rinnovato. Dunque, in questo periodo, qualcuno la battaglia l'ha persa. O forse non è una battaglia ma la guerra dei trent'anni (e ci sarebbe anche la guerra dei cent'anni, se è per questo)?

Quale risultato è stato portato a casa? Il contratto no. L'unione di tutti i lavoratori no, anzi. La difficoltà delle aziende no (o non tali da piegarne la resistenza). La difficoltà dell'ente pubblico no (e quando mai?). Il governo no.

In compenso, però, chi ha scioperato trova meno soldi in busta, i bilanci delle aziende e degli enti pubblici che le controllano avranno qualche meno in più, che comunque verrà ripianato dai contribuenti, cioè i cittadini che lo sciopero ha messo in difficoltà nella gestione ordinaria della loro esistenza.

A questo punto, non valeva almeno la pena pensare a uno sciopero bianco? Cioè a uno sciopero che non sospende il servizio ma che consiste nel non controllare se il viaggiatore ha timbrato il biglietto. In questo modo si colpirebbe l'azienda molto più pesantemente e non ci si alienerebbe la solidarietà e la simpatia dei cittadini tutti. Ma siccome l'idea dello sciopero bianco non è mica nuova, mi chiedo perché non venga praticata.

Evidentemente non è funzionale allo scopo. Quale sia lo scopo, però, mi sfugge. Infatti, lo scopo dichiarato è il rinnovo del contratto. Ma è uno scopo che viene fallito da cinque anni. La politica è l'unico campo nel quale, in Italia, il fallimento a oltranza degli scopi viene perdonato. Tutti ad accettare le giustificazioni dei delegati, ad accettare la logica del nemico cattivo e dell'ingiustizia del mondo.

E allora diciamolo qual è lo scopo ottenuto con il fallimento dello scopo dichiarato. Lo scopo ottenuto è di svalutare lo sciopero con il suo uso inutile; lo scopo ottenuto è di creare antipatia tra categorie diverse di lavoratori/cittadini. In una parola: lo scopo ottenuto è di indebolire la coesione sociale a vantaggio delle imprese controllate dall'amministrazione pubblica.

Un gran bel risultato davvero per le organizzazioni sindacali e, soprattutto, per chi si fa rappresentare da persone che si riempiono la bocca di belle e calde parole e agitano al vento le belle bandiere.


C'è chiaramente qualcosa che non va: il condottiero, metamorfosizzatosi in gerarca, è cotto. Mi sa che i lavoratori iscritti al sindacato debbano anche loro pensare a come fermare il declino. Il declino del loro sindacato, il loro stesso declino, e quello di tutti.

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