venerdì 18 maggio 2012

Comune di Milano (Ristorazione): bollettino d'ante guerra

(Aggiornato l'1 giugno 2012 con la risposta del Comune)

L'anno scorso, iscrivendo mia figlia ai Centri estivi del Comune di Milano (una specie di scuola nei mesi di giugno e luglio), non ho pagato la retta della refezione scolastica, perché credevo erroneamente che il pagamento automatico via banca, attivo per le rette mensili durante l'anno scolastico, valesse anche per la retta dei Centri estivi.
Sicché, mi è arrivata una lettera che mi informa che, per iscrivere mia figlia quest'anno, dovevo pagare l'arretrato. Giusto, giustissimo, anzi scusate.

La lettera dice: "Per regolarizzare la propria posizione, l'utente dovrà recarsi presso l'Ufficio Rette di Milano Ristorazione S.p.A. in via tal dei tali, dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 17,00".

Bene, ieri sono andato all'Ufficio Rette, che si trova dall'altra parte della città, rispetto a dove vivo. Aspetto il mio turno e quando espongo la questione all'impiegato mi vedo consegnare un bollettino postale.

"Come un bollettino?", chiedo.
"Noi non facciamo cassa", risponde.
"Ma c'è scritto che qui io devo venire per 'regolarizzare' la mia posizione".
"Deve pagare a un ufficio postale".

L'impiegato è un impiegato, non ha colpa, non ci può fare niente. Gli hanno detto di occuparsi della maniglia. Per qualsiasi problema che riguarda la serratura, lui non è abilitato a dire alcunché. Del resto, scommetto che il dirigente a cui ho scritto per protestare risponderà, se risponderà, che la procedura è quella, che l'errore è stato mio, che che che (se mi risponde, aggiornerò questo articolo).

Bene, benissimo. Allora io concludo che è un orgoglio vivere a Milano, dove ci possiamo godere un'amministrazione così moderna e consapevole di come vanno le cose che chiede a un cittadino di dedicare mezza giornata per ritirare un bollettino postale, una forma di pagamento modernissima, prima dell'ultima guerra.

Ultima considerazione: i costi della pubblica amministrazione non sono solo gli esagerati 800 miliardi che costa, ma sono anche quelli incalcolabili del tempo perso da milioni di persone e migliaia di imprese che devono star dietro alle inefficienze che permangono nonostante i costosissimi progetti di cambiamento organizzativo a cui le pubbliche amministrazioni si sottopongono continuamente (e il Comune di Milano non fa eccezione: non so da quanti anni continua senza interruzione "un'importante cambiamento organizzativo").

***

La risposta del Comune di Milano (1 giugno 2012)


Gent.le Sig.Acerboni,

con riferimento alla sua richiesta le confermiamo che la verifica con l’utenza previa visita presso i ns. sportelli sullo stato di insolvenza  relativa al Centro Estivo 2010 e/o 2011 è stata richiesta dal Comune di Milano in accordo con Milano Ristorazione, al fine di operare gli opportuni riscontri direttamente con l’utente sul mancato versamento e provvedere al ritiro del bollettino di versamento.

Con l’occasione le ricordiamo che oggetto della richiesta è il mancato pagamento del contributo di refezione scolastica per il Centro Estivo 2011 per il quale avevamo già provveduto ad inviarle bollettino di versamento a giugno 2011.

Cordiali Saluti

Nome e Cognome
Ufficio Rette


Un commento alla risposta
Nella mia lettera, dopo aver ricostruito la questione, avevo scritto:

"Due considerazioni:
  • È falso quello che c’è scritto nella lettera: in via tal dei tali non si regolarizza proprio niente
  • È bello sapere che il Comune di Milano chiede al cittadino di dedicare mezza giornata per ritirare un bollettino postale (senza farglielo sapere).
Credo che ci sia qualcosa che non va. Mi piacerebbe ricevere una spiegazione.
Giovanni Acerboni".

La risposta che ho ricevuto dal Comune non risponde: come avevo previsto, si trincera dietro la procedura burocratica, accenna al mio errore, e non entra nel merito delle mie obiezioni.

In primo luogo, appunto, conferma che la passeggiata per Milano è necessaria e che è stata stabilita dal Comune. Come dire: è così e basta. Ma è bello anche considerare lo scopo per il quale il Comune infligge al cittadino di perdere mezza giornata: "operare gli opportuni riscontri". Bene, non vi è stato alcun riscontro: ho detto all'impiegato che dovevo pagare una rata arretrata e l'impiegato mi ha dato un bollettino. Tutto qui. Nessun riscontro. Forse ci sono casi più difficili del mio?

La seconda obiezione che mi fanno è ancora più perfida, perché, in sostanza, mi viene detto che è colpa mia: non solo non ho pagato la rata, ma non ho nemmeno utilizzato il bollettino che mi avevano mandato. Come dire: se tu avessi pagato con quel bollettino, non avresti dovuto attraversare Milano per ritirarne un altro. Sono davvero fantastici. Capisco che ci possano essere dei casi diversi e più complicati del mio, che sono un reo confesso, ma ciò non toglie che:
  • in quell'ufficio non si va per regolarizzare, perché non fanno cassa;
  • il cittadino deve andare a ritirare personalmente un bollettino perché così ha stabilito il Comune.
Quando si dice che la burocrazia è una macchina che si giustifica in se stessa si dice una gran verità.