lunedì 18 febbraio 2013

Non votare è il vero "voto utile" (utile ai partitacci, s'intende)

I partitacci, cioè i partiti che ci hanno condotto al disastro, hanno impostato la campagna elettorale su due grandi temi: a) le solite promesse di magnifiche sorti (regressive); b) la seduzione del voto utile.

Il voto utile è la diretta conseguenza della volontà di questi partiti di mantenere l'attuale legge elettorale. Per tutta la durata del governo Monti (nonché negli anni precedenti), siamo stati sommersi dalle manifestazioni di buona volontà, da parte di tutti i partiti, di mettere mano alla legge elettorale. Nulla è stato fatto. Deliberatamente.

Ora, il voto utile è quello che, data appunto l'attuale legge elettorale, non si disperde in tante piccole formazioni, ma va a vantaggio di una coalizione. Utile è dunque il voto che conferma la bontà della legge elettorale e che attribuisce ai partitacci il potere, o la possibilità, di continuare a governare, e di governare male anzi malissimo, come hanno fatto negli ultimi venti anni.

In questa prospettiva, il NON VOTO è il voto più utile, ai partitacci. Bisogna infatti considerare che, stando agli ultimi sondaggi pubblicati, la percentuale di non votanti è tale da costituire il primo o il secondo partito italiano.

I partitacci sperano che questo partito virtuale resti appunto virtuale. In questo caso, le percentuali di cui sono accreditati sarebbero poi le percentuali che otterranno in termini di seggi. Per esempio, un partito accreditato del 25% avrebbe, fatti i debiti calcoli, il peso relativo in Parlamento. Avrebbe però il 25% dei voti su circa il 70% dei voti. Invece, sul teorico 100% dei voti, quel 25% diminuirebbe parecchio, diciamo di un terzo.

Ogni non voto che diventa un voto fa diminuire la percentuale dei partitacci.

Naturalmente, chi intende non votare ha le sue buone ragioni. Massima è quella che è disgustato, che non si riconosce in nessun partito, che ha perduto la fiducia che la politica possa raddrizzarsi.

Noi di FARE per Fermare il declino abbiamo fatto nascere un nuovo partito proprio per averne uno da votare. Molti noi se ne sarebbero stati a casa, il giorno delle elezioni. Ma non ci pareva giusto nei confronti del nostro paese, che ha invece bisogno delle energie e delle competenze di tutti coloro che pensano che questo paese meriti di salvarsi e meriti una nuova classe politica che mandi in pensione gli incompetenti e i corrotti che ci hanno governato. E bisognerà anche aggiungere che ci hanno governato perché TUTTI NOI li abbiamo incaricati di farlo, con il nostro voto (sbagliato) e con il nostro non voto (pure sbagliato).

FARE per Fermare il declino è l'unico partito che:

* non si è coalizzato con nessuno dei partitacci, ma si coalizza con gli italiani;
* non ha tra le sue file NESSUN candidato che si sia compromesso con i partitacci;
* ha un programma chiaro, fatto di numeri, date, metodi e principi;
* ha un programma che, in campagna elettorale, non è mai stato smentito, né furbamente modificato, come hanno fatto i partitacci, che hanno diciamo così preso in prestito molti dei nostri argomenti.

FARE per Fermare il declino è una risposta anche per chi non intende votare. Queste elezioni sono diverse: dobbiamo fermare il declino: è una questione per tutti, è uno scopo comune, è la premessa alla crescita, al bene comune. Ciò di cui i partitacci non si occupano e che chi non vota lascia nelle mani dei partitacci.

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