Ma è noto come alcune inesattezze storiche siano state da tempo individuate nei Promessi sposi, ad esempio – per non rammentare che un paio di casi – a proposito del personaggio di Gertrude e dell’amministrazione dell’emergenza del contagio da parte del governo spagnolo. Casi che, è ovvio, non hanno potuto insidiare l'impianto ideologico del romanzo relativamente al rispetto della poetica del vero preannunciata con fermo rigore già nella Lettre à M. C***.
A turbare l'assetto, pacificamente acquisito, nel quale
l'inesattezza storica agisce come licenza poetica o svista perdonabile,
giungono ora le ricerche compiute da Giovanni Acerboni, che ha confrontato le
fasi della composizione e della revisione del romanzo con le fonti prime della
disciplina matrimoniale, fonti che per la loro stessa natura non hanno
sollecitato frequenti indagini da parte dei commentatori: i decreti del Concilio
di Trento e gli Acta della Chiesa Ambrosiana.
La tesi che Acerboni presenta in queste pagine, secondo la
quale Manzoni avrebbe deliberatamente falsificato il “vero storico” e insieme
“il vero morale”, appare ardita ma certamente suggestiva.
Mantenendosi lontano da ipotesi critiche o meramente
interpretative, lo studio di Acerboni persegue il metodo della filologia,
collazionando testi, stesure, abbozzi, e rintracciando i supporti alla sua tesi
in documenti assai poco conosciuti e popolari, ma assolutamente fondanti per
Manzoni. Il rigore dell'indagine e la novità di alcuni fra gli esiti conseguiti
fanno del libro di Acerboni un capitolo davvero nuovo nella bibliografia
scientifica su Manzoni, che ridisegna alcuni confini fin qui dati per acquisiti
e lascia intravedere altri possibili e non meno interessanti territori di
indagine.
Ritengo che questo contributo possa risvegliare il dibattito
fra gli studiosi, che, come Acerboni riconosce, potranno scandagliare
ulteriormente le fonti, verificare la tesi, correggerla o convalidarla, ed
estenderne eventualmente la portata ad altri aspetti della molteplice attività
di Manzoni. Particolarmente stimolante, desidero sottolineare in chiusura, mi
pare l’ipotesi, suggerita da Acerboni, che la ratio ideologica più profonda del
romanzo, alla quale sono subordinate le altre, sia quella che attiene alla sua
struttura e persino alla sua ragion d'essere, che ne fanno un capolavoro
assoluto della narrativa, prima ancora che un romanzo “storico”.
Maurizio Vitale
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L'introduzione
Giovanni Acerboni
Manzoni
e il vero falsificato. Saggio sui Promessi sposi e sulla poetica manzoniana, Prefazione di
Maurizio Vitale, Aracne Editrice, Roma, 2012. ISBN 9788854853263, formato 14 x
21 cm, 300 pagine, 17 €.
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